PROGRESSI NEL TRATTAMENTO DEL MAL DI SCHIENA

I
Hill, Lancet, 2011

Uno studio recente condotto in Gran Bretagna ha le potenzialità di cambiare radicalmente il trattamento del mal di schiena. E’ il primo RCT su vasta scala che dimostra che è possibile stratificare i pazienti in base ai fattori di rischio psicocosiali – e quindi ottimizzare i risultati adattando il loro trattamento.


La questione di riuscire a identificare sottogruppi di pazienti a rischio di risultati scarsi – e quindi di poterli trattare con successo – è stata negli ultimi anni il “Santo Graal” dei ricercatori sul mal di schiena. In realtà nelle ultime due decadi questo tentativo ha solo generato frustrazioni.
Nell’approccio STarT Back i pazienti a basso rischio ricevono una singola seduta di consigli per aiutarli ad auto-trattarsi, e i pazienti a medio e ad alto rischio ricevono trattamenti più intensivi. E’ sorprendente che i pazienti con rischio più elevato di sviluppare disabilità, abbiano avuto beneficio da un approccio più intensivo che affrontasse le loro preoccupazioni specifiche.
Questo approccio è risultato efficace e costo-efficace. Al follow-up a 4 e 12 mesi, i pazienti del gruppo dell’intervento hanno evidenziato un miglioramento significativo dei punteggi della disabilità rispetto ai pazienti del gruppo di controllo. A 12 mesi, il gruppo dell’intervento ha riportato anche una riduzione di paura, meno depressione, salute generale migliore e maggiore soddisfazione sul trattamento ricevuto.
E, fatto importante in una fase di crisi economica, il nuovo approccio era significativamente meno costoso della terapia usuale, essendo associato a miglioramento della qualità della vita correlato alla salute (QALYs), riduzione di uso di cure sanitarie (visite mediche e assunzione di farmaci) e meno giorni di assenza dal lavoro attribuiti al mal di schiena.
La popolazione dello studio comprendeva 1573 adulti con lombalgia non specifica, con e senza sintomi radicolari. E’ stata randomizzata in un gruppo di intervento e in un gruppo di controllo. Nel gruppo di intervento, Hill ha utilizzato lo StarT Back Questionnaire – strumento precedentemente validato – per suddividere i pazienti in base al rischio di sviluppare disabilità persistente (basandosi in buona parte su fattori psico-sociali). I pazienti del gruppo di intervento sono stati suddivisi in tre sottogruppi: pazienti a basso rischio, a rischio medio e a rischio elevato di sviluppare disabilità. I terapisti che hanno trattato i pazienti ad alto rischio sono stati preparati per fornire un intervento di informazione psicologica. Questo intervento non era esclusivamente mirato ai sintomi e alla funzione, ma anche agli ostacoli psicosociali alla guarigione.
I risultati del nuovo studio forniscono la prima evidenza che un approccio differenziato già in ambiente di medicina di base è associato a benefici economici sostanziali.

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