L’instabilità è una delle principali cause di fallimento degli interventi di artroprotesi totale d’anca: nel 21% dei casi è dovuta a più fattori eziologici e una loro conoscenza è essenziale per un piano di trattamento efficace.
Lo afferma un gruppo di ricercatori guidati da Glenn D. Wera, del Case Western Reserve University di Cleveland, in Ohio, che ha analizzato 75 pazienti sottoposti a interventi di revisione, classificandoli secondo sei eziologie principali di revisione. L’insufficienza degli abduttori dell’anca è stata la più comune, con un percentuale del 36% ed è risultata la più difficile da trattare. Errori di posizionamento della coppa acetabolare hanno riguardato il 33% dei casi mentre, in misura minore, si sono verificati malposizionamento delle componenti femorali (8%), fenomeni di “impingement” o attrito (9%) e usura dei materiali (7%). Infine, nel 7% dei pazienti esaminati, non si è riusciti a determinare precisamente la causa dell’instabilità. Dopo un follow-up medio di 35,3 mesi nel 14,6% dei soggetti si è prodotta nuovamente una lussazione; le revisioni acetabolari sono risultate protettive contro questa eventualità. Un’analisi di sopravvivenza con il metodo di Kaplan-Meier ha rivelato una percentuale di sopravvivenza del 79% a cinque anni. Escludendo i casi di insufficienza degli abduttori dell’anca, il successo è stato del 90%.
J Arthroplasty, 2012; 27(5):710-5