Il fast-food porta con sé diabete e malattie cardiache

RISCHIO DI MORTE PREMATURA PER CHI MANGIA CIBO SPAZZATURA

Mangiare cibo spazzatura aumenta di molto il rischio di morte prematura per malattie cardiache.

L’indulgere in cibo spazzatura, anche solo una volta a settimana, aumenta del 20 percento il rischio di morire a causa del diabete o malattie dell’apparato cardiovascolare. Se poi si mangia fast-food più volte il rischio sale all’80 percento

“Quante volte, figliolo…”, una volta a settimana? Basta.
Basta per essere a rischio morte prematura per diabete e malattie cardiovascolari.

Eh sì, secondo gli esperti, mangiare cibo spazzatura – noto anche come cibo da fast-food – anche solo una volta a settimana pare faccia aumentare del 20% il rischio di morire per malattia coronarica, rispetto a coloro che invece si tengono lontani dalle tentazioni di hamburger, patatine fritte e compagnia bella.
Ma non basta, secondo lo studio pubblicato su Circulation, se si mangia cibo spazzatura due/tre volte a settimana, il rischio sale al 50%; se quattro o più volte a settimana il rischio sale addirittura all’80% – roba da far passare l’appetito.

Se dopo aver letto questi numeri siete tentati di toccare ferro, lo dovete ai ricercatori dell’Università del Minnesota, che hanno condotto uno studio in team con i ricercatori dell’Università Nazionale di Singapore, per valutare il rischio metabolico derivante dal mangiare cibo spazzatura ricco di grassi e sale.
I ricercatori, sapendo di altri studi che già avevano messo in evidenza il collegamento tra il cibo di questo genere, le malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2 nella dieta occidentale, hanno voluto in questo caso condurre uno studio sull’impatto del cibo da fast-food in Oriente – in particolare la Cina – che negli ultimi anni è divenuto un vero e proprio focolaio per il diabete e le malattie cardiache: un po’ come dire che noi occidentali abbiamo esportato il modo migliore per guastarsi la salute.

«Abbiamo voluto esaminare l’associazione tra lo stile occidentale [di dieta] fast-food con il rischio cardio-metabolico in una popolazione cinese nel Sud-Est asiatico che è diventato un focolaio per il diabete e le malattie cardiache – spiega nel comunicato UM il dottor Andrew Odegaard – Quello che abbiamo scoperto è stato un drammatico impatto sulla salute pubblica da fast-food, un prodotto che è principalmente un’importazione occidentale in un mercato completamente nuovo».

Gli autori hanno utilizzato i dati relativi a 52mila abitanti di Singapore che sono stati oggetto in negativo – è proprio il caso di dirlo – della trasformazione “all’occidentale” delle proprie salutari abitudini alimentari.
«Un fatto interessante emerso dai risultati – sottolinea  Odegaard – è che i partecipanti allo studio che hanno riferito di mangiare fast-food più di frequente erano più giovani, più istruiti, non fumatori e avevano più probabilità di essere fisicamente attivi. Profilo, questo, che è normalmente associato a un minore rischio cardio-metabolico». In altre parole, erano quelli più sani che si stavano rovinando la salute… ma, come fatto notare dai ricercatori, erano anche i più giovani. E forse sono proprio loro quella fetta di popolazione che più si fa influenzare dai modelli occidentali perché più propensi a utilizzare mezzi tecnologici come Internet, e i suoi risvolti, nella vita di tutti i giorni. La tendenza delle nuove generazione è quella di lasciare da parte le tradizioni che, per quanto forse considerate “antiquate”, in realtà hanno il suo perché ancora oggi – se le si sa comprendere appieno. Ma il progresso avanza, nonostante tutto. Il problema che “progresso” non sempre è sinonimo di migliore.

La Stampa 04/07/2012

 

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