Uno studio condotto presso la University of Michigan, ad Ann Arbor (Usa), conferma l’esistenza di un’associazione tra artrosi (Oa) del ginocchio e fattori di rischio cardiometabolici negli uomini e nelle donne, sia nelle persone obese che in quelle non obese, ma dimostra che l’entità della relazione e i meccanismi che ne stanno alla base differiscono in base al sesso.
I ricercatori hanno utilizzato i dati del trial Nhanes III, che si è svolto dal 1988 al 1994 su partecipanti dai 60 anni in su, di cui erano disponibili sia le analisi del sangue sia le radiografie del ginocchio; queste ultime non permettevano di osservare il restringimento dello spazio articolare o il deterioramento della cartilagine, per cui la diagnosi di Oa è stata stabilita in base alla presenza di osteofiti. Dei 1.066 partecipanti, il 34% è risultato affetto da Oa di grado almeno uguale a 2, secondo il punteggio di Kellgren e Lawrence. Le persone con Oa avevano un indice di massa corporea più elevato e il 40% era obeso. Analogamente, tra questi pazienti, si sono avuti valori superiori di colesterolo Ldl, trigliceridi, glucosio e di pressione arteriosa e livelli inferiori di colesterolo Hdl. Inoltre c’è stata una forte associazione dell’Oa con l’insulinoresistenza misurata attraverso l’indice Homa-Ir e con la leptina. L’ampiezza dell’associazione tra Oa e Homa-Ir è stata più forte tra gli uomini, indipendentemente dall’obesità: l’odds ratio per l’Homa-Ir è stato del 34% più elevato negli uomini non obesi rispetto alle donne non obese. Tra queste ultime, 5 mg/L in più di leptina si sono associati a un rischio del 30% superiore di avere Oa di ginocchio, mentre tra gli uomini si è avuta un’associazione inversa.
Osteoarthritis Cartilage, 2012; 20(7):614-21