Fibre e proteine per un peso ottimale

La riduzione del metabolismo basale, conseguente alla restrizione calorica della dieta dimagrante, viene indicata come uno dei fattori che favoriscono la ripresa dei chili persi. Una dieta che minimizzi questa riduzione, potrebbe essere particolarmente utile, se oltretutto non peggiorativa sugli  indicatori dello stato di salute.

I ricercatori del New Balance Foundation Obesity Prevention Center – Children Hospital di Boston (USA) in uno studio pubblicato da JAMA, hanno diviso in tre gruppi 21 giovani adulti che avevano perso, con un regime dimagrante standard, dal 10% al 15% del peso e li hanno sottoposti a tre diverse diete di mantenimento, di pari apporto energetico ma di composizione differente. La prima, a basso contenuto di grassi, enfatizzava la presenza di cereali, frutta e ortaggi (carboidrati 60% delle calorie totali, grassi 20%, proteine 20%). La seconda, a basso indice glicemico, mirava a sostituire una parte degli alimenti amidacei con grassi salutari e legumi, ortaggi e frutta (40% di carboidrati, 40% di grassi e 20% di proteine). La terza, infine, era a bassissimo contenuto di carboidrati (carboidrati 10% delle calorie totali, grassi 60%, proteine 30%).

Pochi grassi:  Il metabolismo basale si è ridotto sensibilmente (rispetto ai valori prima del dimagrimento) con la dieta a basso contenuto di grassi;

La dieta a basso indice glicemico:ha prodotto invece una riduzione “intermedia” del metabolismo basale;

La dieta molto povera di carboidrati:è risultata quella che riduceva il metabolismo basale meno delle altre.

Quest’ultima, di conseguenza, sembrava essere la migliore al fine di non recuperare i chili persi. I ricercatori, però, si sono accorti che con questo tipo di dieta risultavano più elevati sia il livello ematico di cortisolo, che è un indicatore dello stress, sia il livello di proteina C reattiva, un indicatore di infiammazione.

Questo suggerirebbe un impatto negativo di questo regime alimentare sul rischio di eventi cardiovascolari.

In conclusione: la dieta migliore per non riacquistare peso è quella con la composizione più equilibrata, senza limitazioni eccessive né dei grassi né dei carboidrati, e con un apporto significativo di fibre vegetali in grado di limitare l’incremento di glicemia e insulina dopo il pasto.

Gabriele Riccardi, presidente del Corso di Laurea magistrale in Nutrizione umana dell’Università di Napoli commenta:

«La composizione della dieta “di mantenimento” è fondamentale per limitare il rischio di recuperare peso dopo il dimagrimento. La ricerca dimostra che non è vero che una caloria è sempre una caloria, qualunque sia l’alimento utilizzato. Alcuni alimenti, infatti, stimolano il metabolismo energetico più di altri.

Tra questi danno un contributo significativo non solo i cibi ricchi in proteine, ma anche quelli ricchi in fibre (i legumi o alcuni cereali integrali come avena, orzo e segale, molte verdure e frutta) in grado tra l’altro di incrementare l’azione della leptina, ormone che aiuta a limitare la fame e ad aumentare il metabolismo basale».

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