“Dio è un divoratore di uomini“
Vangelo apocrifo di Filippo
Il rispetto reciproco fra coloro che mangiano insieme non significa solo “che essi non si mangeranno l’un l’altro” (E. Canetti, Massa e potere, cit., p. 1244),
ma anche che mettono radicalmente fuori dalla mensa e dal loro privilegio tutti quelli che non vengono riconosciuti come aventi diritto al cibo simbolo della loro forza e della loro unione. Essi possono così accogliere od espellere gli estranei attraverso il linguaggio del cibo, con una crudeltà ed un’efficacia quasi pari a quelle della distruzione fisica: “La famiglia diviene rigida e dura nell’escludere gli altri dal suo pasto; le persone di cui ci si deve preoccupare sono il più naturale pretesto per escludere gli altri […] l’uomo sazio si imbatte senza alcuna emozione negli affamati” (E. Canetti, Massa e potere, cit., pp. 1246-47). Egli, spesso inconsciamente, gode della loro fame, nascondendo nella sua indifferenza un estremo potere sugli altri.